-dal 16 al 24 dicembre-
1° GIORNO – 16 dicembre
VIENI, BAMBINO GESU’
Cristo è venuto: eppure noi l’attendiamo ancora come già gli antichi figli di Israele. Cristo è in mezzo a noi: eppure noi viviamo l’esperienza dell’esilio, «sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore» (2 Cor 5,6).
Tutto il Nuovo Testamento è permeato di questa attesa del Cristo che deve venire e che sembra continuamente imminente. Ma il libro che riassume le attese di tutte le generazioni cristiane è l’Apocalisse, nei suoi ultimi passi.
Gesù verrà presto
«Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio Angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22, 12-16).
Senza distinzioni e condizioni
Il mondo intero è nell’attesa e la nostra stessa preghiera deve essere protesa verso la venuta del Signore. In questo “Vieni, Bambino Gesù”, la nostra preghiera dovrebbe far proprie tutte le attese, le sofferenze fisiche e morali dell’umanità che vive accanto a noi. La sua venuta è, per ciascuno di noi, una realtà viva: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, verrò da lui, cenerò con lui ed Egli con me» (Ap 3,20). Se lasciamo entrare il Bambino, ci farà partecipi dei suoi doni e dei suoi beni; dirà una parola a ciascuno di noi.
Questa parola si rivolge a tutti, senza distinzioni e condizioni. Nonostante i nostri peccati passati, la nostra mediocrità, l’insensibilità spirituale, basta credere all’Amore. La grazia di Dio può porre rimedio a tutto. (J. Danielou)
Noi Ti invochiamo
In mezzo alle angustie del tempo presente
– Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Nella speranza di contemplare in Cielo quelle realtà in cui gli Angeli bramano fissare lo sguardo.
– Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Per noi stessi e per quanti attendono con fiducia la Tua venuta
– Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
Per il mondo intero e per gli uomini che ancora non Ti conoscono
– Noi Ti invochiamo, o Bambino Gesù.
O Bambino Gesù, degnati di accogliere la preghiera di quanti credono e sperano in Te; vieni presto a liberarci da questo nostro esilio, e riuniscici nel Tuo regno glorioso, dove Tu vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
2° GIORNO – 17 dicembre
GIOISCE IL NOSTRO CUORE
Per mezzo del Profeta, Dio annuncia al suo Popolo la futura salvezza. Questo annuncio è fonte di grande gioia: infatti, per i meriti del Salvatore, sarà ristabilita la riconciliazione e la comunione perfetta con Dio.
Non temere
«Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a Te, tu non vedrai più la sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a Te è un Salvatore potente.
Esulterà di gioia per te. Ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa”» (Sol 3,14-18).
Desiderato dalle genti
«Mi consumo nell’attesa della tua salvezza» (Sai 119,81), si consuma nel desiderio e nell’attesa della salvezza donataci da Dio. Buono è questo “consumarsi”: infatti rivela il desiderio del bene, certo non ancora raggiunto, ma tanto desiderato. Dall’origine del genere umano fino alla fine dei secoli chi pronuncia queste parole se non la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa che desidera Cristo? Testimone ne è il Santo vegliando Simeone che, ricevendo il Cristo Bambino tra le braccia, disse: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2,29-30).
Come il desiderio di questo vegliando, tale si deve credere sia stato quello di tutti i Santi delle epoche precedenti. Anche il Signore stesso dice ai discepoli: « Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono» (Mt 13,17) perché si riconosca anche la voce di tutto l’antico Israele nelle parole: “L’anima mia si strugge per la tua salvezza”. Dunque mai nel passato si spense questo desiderio dei Santi, né al presente si placa nel corpo di Cristo, che è la Chiesa, fino alla consumazione dei secoli, fin quando verrà “il Desiderato di tutte le nazioni”. (S. Agostino)
Cristo Gesù, ascoltaci
Perché comprendiamo con tutti i Santi il mistero del Regno al quale siamo chiamati
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché possiamo comprendere che in Te formiamo il popolo grande e ricco di ogni benedizione promessa al nostro padre Abramo
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Affinché tutte le famiglie della terra siano benedette in Te
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Perché tutti i popoli vengano dall’Oriente e dall’Occidente e siedano a mensa nel Regno dei Cieli
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.
Il tuo aiuto, Signore, ci renda perseveranti nel bene in attesa del Cristo, tuo Figlio; quando Egli verrà e busserà alla porta ci trovi vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.
3° GIORNO – 18 dicembre
PREPARIAMO LE VIE AL SIGNORE
Al popolo d’Israele, oppresso dalla schiavitù babilonese, il profeta Isaia dà un lietissimo annuncio: è prossima la liberazione. Il Signore stesso verrà in mezzo al suo popolo come Pastore buono che ha cura del debole, come Padre misericordioso che perdona i peccati, come Dio forte che sconfigge i nemici. I prescelti da Dio, però, devono impegnarsi a preparare la strada al Signore e a togliere tutti gli ostacoli del male mediante una vera conversione.
Ecco il Signore!
«Una voce grida: “Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà”» (Is 40,3-5). Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri» (Is 40,9-11).
Prepariamo i nostri cuori
Il Signore vuole trovare una via per entrare nei nostri cuori e dimorarvi. La voce grida nel deserto: Preparate una strada. Questa voce giunge prima all’orecchio e dopo, o meglio attraverso l’ascolto, la parola penetra nell’intelletto. Preparate, dice la voce, una strada al Signore. Quale via gli prepareremo? Una strada materiale? Ma la parola di Dio può richiedere una simile via? Non occorre piuttosto preparare al Signore una via interiore e tracciare nel nostro cuore delle strade diritte, piane? Sì, questa è la via per cui la Parola di Dio si introduce per stabilirsi nel cuore dell’uomo. Prepariamo una via al Signore con una buona coscienza, rendiamo piana la strada perché il Bambino Gesù possa camminare in noi senza difficoltà e donarci conoscenza dei suoi misteri e della sua venuta. (Origene: “Omelie su Luca”)
Manda li tuo Spirito, o Signore
Perché otteniamo il perdono dei nostri peccati e la purificazione da tutte le nostre colpe
– Noi Ti preghiamo, manda il Tuo Spirito, o Signore.
Perché otteniamo l’aumento della fede e della nostra adesione alla volontà di Dio
– Noi Ti preghiamo, manda il Tuo Spirito, o Signore.
Perché otteniamo l’aumento della speranza nei beni eterni promessi da Dio
– Noi Ti preghiamo, manda il Tuo Spirito, o Signore.
Perché otteniamo l’aumento della carità e della grazia che ci rendono conformi alla santità di Dio
– Noi Ti preghiamo, manda il Tuo Spirito, o Signore.
O Dio onnipotente che ci chiami a preparare la via al Cristo Signore, fa’ che per la debolezza della nostra fede non ci stanchiamo di attendere la consolante presenza del Medico Celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.
4° GIORNO – 19 dicembre
RENDERE TESTIMONIANZA
La missione propria di Giovanni Battista è quella di “rendere testimonianza” a Cristo. Egli compie questa missione nella verità e nell’umiltà (“non sono io il Cristo… non sono degno…”), esortando tutti alla conversione e additando Gesù come Salvatore e “Agnello di Dio”.
Il Figlio di Dio.
“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce ” (Gv 1,6-8). «Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”» (Gv 1,29-34).
Una missione speciale
Ogni creatura è fatta per rendere testimonianza a Dio, perché ogni creatura è un segno della sua bontà. La grandiosità della creazione testimonia a modo suo la forza e l’onnipotenza divina, e la sua bellezza testimonia la sapienza divina. Alcuni uomini però ricevono da Dio una missione speciale: rendono testimonianza a Dio non solo dal punto di vista naturale, per il fatto che esistono, ma ancor più in modo spirituale, per le loro buone opere. Giovanni è uno di questi testimoni; è venuto per diffondere i doni di Dio e proclamare le sue lodi. La missione di Giovanni e il suo ruolo di testimone sono di una grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza di una realtà se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto» (Gv 3,1 1). Rendere testimonianza alla verità divina suppone una conoscenza di questa verità. Per questo anche Cristo ha avuto questo ruolo di testimone. “Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” (Gv 1 8,37). (S.Tommaso d’Aquino)
Ascoltaci, o Signore
Perché comprendiamo con quale amore Dio ci ha amati e ci ha resi suoi figli
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché la pigrizia e la viltà non ci impediscano di professare apertamente la nostra fede in Cristo e nel Vangelo
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché i predicatori e i catechisti, come Giovanni Battista, mostrino con efficacia agli uomini Cristo Salvatore
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché tutti gli uomini del nostro tempo riconoscano che non è possibile costruire un mondo buono e giusto senza fondarlo su Cristo, uomo perfetto e Figlio di Dio
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
O Cristo Signore, Tu sei l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: aiutaci a riconoscere i nostri limiti e la nostra miseria, perché solo così possiamo ottenere la salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
5° GIORNO – 20 dicembre
UNA MISSIONE ALTISSIMA
Il piano di salvezza di Dio si incontra con la volontà e la collaborazione umana di due creature: Maria e Giuseppe. Due creature meravigliose, completamente disponibili al volere del Signore.
Il brano evangelico ci presenta l’uomo giusto e timorato di Dio, scelto ad una missione altissima: fare sulla terra le veci del Padre che è nei Cieli. La figura di Giuseppe ci appare in questo passo alta e drammatica, scolpita di fede e umiltà. Egli non può ancora capire il mistero di Dio, ma quando ha la certezza della divina volontà, crede e obbedisce.
Emmanuele: Dio con noi
«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un Angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,18-24).
L’obbedienza di Giuseppe
Di fronte al mistero divino, Giuseppe ha saputo mantenere il contegno giusto. Egli non si lascia prendere da umani sentimenti. Non è in grado di comprendere ciò che vede in Maria e non vuole penetrare a forza il mistero; si ritira piuttosto in disparte, con timida e rispettosa venerazione, abbandonandosi al volere di Dio e lasciando a Lui tutto il resto. Giuseppe dunque obbedisce alla Parola, la mette in pratica, dichiarandosi con le opere strumento docile nelle mani dell’Altissimo. Egli non vuole nulla per sé, perché intende essere semplicemente a disposizione di Dio. Prende quindi con sé Maria, sua sposa, per adempiere la volontà di Dio, perché Ella possa dare alla luce il suo Figlio. Sarà però lui, Giuseppe, in tutta obbedienza, a dargli il nome. Quel nome attorno al quale rotea l’universo e per volontà del quale ogni cosa è stata creata: Gesù, il Messia, il Salvatore. (R. Gutzwilier)
Ascoltaci, o Signore
Perché siamo fedeli agli impegni assunti nel nostro Battesimo e portiamo a termine la nostra vocazione
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché, ad imitazione di San Giuseppe, siamo sempre disponibili all’obbedienza al divino volere, anche quando tutto ci appare oscuro
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché siamo capaci di ascoltare, nel silenzio interiore, la voce delle divine ispirazioni
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Perché il nome di Gesù, nel quale solo c’è speranza di salvezza, sia conosciuto e invocato da tutti gli uomini.
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.
Disponi, o Padre, i nostri cuori a ricevere nel tempio vivo della Chiesa la tua misericordia, perché la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù del peccato e ci renda degni di partecipare alla ricchezza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
6° GIORNO – 21 dicembre
L’ANCELLA DEL SIGNORE
Con l’annuncio di Maria, Dio comincia ad attuare le antiche promesse, che riguardano la venuta del Messia e la redenzione del genere umano. Però, come in tutti gli altri suoi interventi passati nella storia d’Israele, così anche in questo capitale intervento di salvezza, Dio chiede la libera cooperazione umana. E’ sua l’iniziativa, ma non vuole portarla a compimento senza il concorso delle sue creature. Maria che si proclama “l’ancella del Signore” diventa la vera abitazione di Dio e la Madre del Signore. In tal modo Ella, figlia e fiore di tutta l’umanità, per volontà di Dio è lo strumento indispensabile della nostra salvezza.
Come è possibile?
«Nel sesto mese, l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con Te”. A queste parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’Angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’Angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’Angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’Angelo parli da lei» (Lc 1,26-38).
Il “Fiat” di Maria
Nella sfera umana, Maria è sola. Nessuno sa quello che avviene in lei. Che cosa dirà? Maria si rende perfettamente conto dell’estrema importanza di ciò che sta per pronunciare. Come una sposa, Ella sa che questo infinito ha due aspetti: uno di gioia, di tenerezza, di gloria; ma anche un altro aspetto: una immensità invisibile di pena, di redenzione, di riparazione. Dire “sì”, sarebbe mancare di delicatezza, come se Lei fosse uguale a Dio. Dirà solamente: che ciò avvenga, che ciò mi sia fatto! Come se intendesse far comprendere che gettava la sua libertà nel piano divino, oggi di gioia e domani di sofferenza. Fiat! E la parola dell’accettazione. E, nello stesso istante, ciò avvenne. Ella lo seppe. Tacque. L’Angelo adorò il divino mistero e si allontanò in silenzio. (J. Guitton)
Noi Ti ringraziamo, o Gesù
Per il “Sì” libero e generoso pronunciato da Maria nel momento dell’Annunciazione
– Noi Ti ringraziamo, o Gesù.
Perché, per mezzo di Maria, Ti sei fatto uomo e sei divenuto nostro fratello
– Noi Ti ringraziamo, o Gesù.
Perché hai associato la Madre Tua a tutto il mistero di redenzione e di salvezza degli uomini
– Noi Ti ringraziamo, o Gesù.
Perché ci hai dato la Madre Tua come nostra Madre amatissima
– Noi Ti ringraziamo, o Gesù.
7° GIORNO – 22 dicembre
SI E’ FATTO CARNE
Con un misterioso vaticinio il profeta Isaia promette un “segno” di salvezza: la nascita miracolosa dell”‘Emmanuele”, figlio di una vergine. L’Evangelista attribuisce esplicitamente la profezia alla nascita di Gesù: Egli è veramente l’Emmanuele, cioè Dio con noi. Facendosi uomo, Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi e rimane con noi anche oggi, nella Chiesa e nell’Eucaristia.
Dio con noi
«”Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”. Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi”» (is 7,10-14).
Dio ha dimorato tra noi
Ti chiederai in che modo la divinità si è incarnata, come il fuoco nel ferro, non trasferendosi, ma comunicandosi. Il fuoco infatti, non si slancia verso il ferro al quale si comunica. Non subisce diminuzione, ma riempie totalmente il ferro al quale si comunica. Allo stesso modo, Dio, il Verbo “che ha dimorato tra noi” non è uscito da Se stesso; il Verbo che si è fatto carne non fu soggetto a mutamento; il Cielo non fu privato di Colui che teneva e la terra accolse nel proprio seno colui che nei cieli.
Lasciati penetrare da questo mistero: Dio è venuto nella carne per uccidere la morte che vi si nasconde. Come le cure e le medicine vincono gli elementi nocivi assimilati dal corpo, e come il buio in casa è dissipato dalla luce che entra, così la morte che teneva in suo potere la natura umana fu distrutta con la venuta della divinità. Come il ghiaccio prevale sull’acqua mentre è notte e persiste l’oscurità, ma appena sorge il sole si scioglie al calore dei suoi raggi, così la morte ha regnato fino alla venuta di Cristo; quando è apparsa la grazia salvatrice di Dio e si è levato il Sole di giustizia, la morte fu assorbita dalla vittoria, non avendo potuto resistere alla presenza della vera vita. Noi pure manifestiamo la nostra gioia, festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita dell’umanità. Oggi è tolta la condanna di Adamo. Non si dirà più: “Polvere tu sei e alla polvere tornerai”, ma: “Unito a colui che è nei cieli, sarai elevato al cielo”. (S. Basilio M.)
Onore e gloria a Te, Signore Gesù.
Per l’immenso amore che Ti ha spinto a farti nostro fratello
– Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!
Perché ci hai raccolti nella tua Chiesa, arca di salvezza
– Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!
Perché ci hai dato la speranza della vita gioiosa e senza fine nel Tuo regno
– Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!
Per riparare al peccato degli uomini che non Ti hanno accolto e non Ti amano
– Noi Ti lodiamo, onore e gloria a Te, Signore Gesù!
Risplendi su di noi con la luce della tua gloria, Signore Gesù Cristo, e la tua venuta vinca le tenebre del male e porti a tutti gli uomini la liberazione dalla schiavitù del peccato. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
8° GIORNO – 23 dicembre
L’AMORE CHE SALVA
L’apostolo Paolo pone l’accento sugli effetti dell’amore di Dio manifestatosi nell’incarnazione. Questo amore è benignità, tenerezza, misericordia e si manifesta nonostante i peccati e le miserie degli uomini. Il fine di questo agire di Dio è quello di renderci suoi figli, rigenerandoci mediante il Battesimo per mezzo dello Spirito Santo, perché possiamo tendere al totale possesso della salvezza.
San Paolo apostolo a Tito
«Carissimo, anche noi un tempo eravamo insensati, disubbidienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell’invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per Sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,3-7).
Tutto abbiamo ricevuto in Cristo
Tutto abbiamo ricevuto in Cristo. Iddio si è comunicato all’uomo come restauratore della sua natura, come perdono e null’altro che perdono. In qual modo la misericordia di Dio ci concede il perdono del peccato, per unire l’uomo a sé come figlio? Risponde San Paolo: «Mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5). Il Battesimo è il suggello della fede: chi si è affidato a Cristo non assume con lui un rapporto isolato, ma entra a far parte della comunità di Cristo, la sua Chiesa: giunge a ciò perché ha avuto in dono lo Spirito stesso di Cristo e dallo Spirito viene inserito nel corpo di Cristo, nè fa parte come membro vivente. Lo Spirito è Dio che in Cristo opera in noi: aiuta, ispira, illumina, santifica non per realizzare una vita solitaria, una comunione individualistica con Dio, ma per collegarci nella comunione con i fratelli in un’autentica carità vissuta. (F. Salvestrin)
Mostraci, Signore, la tua Misericordia
Padre Santo, che per mezzo del Figlio tuo ci hai liberati dal peccato e dalla morte, togli ogni ansia e ogni tristezza dai nostri cuori.
– Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.
Tu che hai promesso al tuo popolo un germoglio di giustizia, conserva pura e santa la tua Chiesa.
– Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.
Tu che in Cristo ci hai dato ogni bene, fa’ che non ci separiamo dalla comunione di amore del tuo Spirito
– Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.
Tu che infondi nel nostro cuore la beata speranza della salvezza, conservaci fedeli e vigilanti fino al giorno del Signore Gesù
– Noi Ti preghiamo, mostraci, Signore, la tua Misericordia.
Oppressi dal giogo del peccato, aspettiamo da Te, Padre misericordioso, la nostra redenzione; fa’ che la nuova nascita del tuo Figlio ci liberi dalla schiavitù antica. Per Cristo nostro Signore. Amen
9° GIORNO – 24 dicembre
CAMMINAVAMO NELLE TENEBRE (Vigilia della natività del Signore Gesù Cristo.)
Il Profeta Isaia prospetta il tempo della salvezza rnessianica come il tempo della luce, della gioia e della liberazione. Nel Bambino che ci sarà donato sono raccolte tutte le virtù dei Santi d’Israele: Egli sa la grandezza degli eroi la potenza, saggio, pacifico; sarà il vero “Ernmanuele” cioè Dio in mezzo a noi.
Videro una grande luce
«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a Te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madìan. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato. Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre» (Is 9,1-6).
Entra nel tempo e nello spazio
O fusione inaudita, o compenetrazione paradossale! Colui che è, viene nel tempo; l’increato si fa oggetto di creazione. Colui che non ha dimensioni, entra nel tempo e nello spazio, e un’anima spirituale si fa mediatrice tra la divinità e la pesantezza della carne. Colui che arricchisce, si fa povero e mendica la mia carne, perché io venga arricchito della sua divinità. Lui, che è la pienezza si svuota, si spoglia per un poco della sua gloria, perché io possa partecipare della sua pienezza. Quale ricchezza di bontà! Quale immenso mistero mi avvolge! Sono stato fatto partecipe dell’immagine di Dio e non ho saputo custodirla: ora Dio si rende partecipe della mia carne, sia per salvare l’immagine che mi aveva data, sia per rendere immortale la mia carne. Entra in comunione con noi, in un modo nuovo ancora più profondo del primo: con chi un tempo condivise il bene, ora condivide il male; quest’ultima comunione è ancora più degna di Dio e, per chi ha intelligenza, ancora più sublime. (S. Gregorio Nazianzeno)
Ascoltaci, o Gesù
Perché accogliamo con cuore semplice e puro il Tuo mistero di salvezza
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.
Perché i piccoli e i poveri di questo mondo riconoscano la loro dignità di figli di Dio e gioiscano di essere l’oggetto della preferenza divina
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.
Perché tutti gli uomini Ti accolgano e credano in Te
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.
O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi a noi e a tutta la tua Chiesa di conoscere con la fede la profondità del tuo mistero, e di viverlo con amore intenso e generoso, per Cristo nostro Signore. Amen.