Mt 5,38-48: “… se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avrete?… siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
Lo straordinario è l’ordinario vissuto bene. Dare a chi ci da’ è scontato, aprire il cuore a chi lo chiude a noi è la via del Vangelo. Donarci a chi ci perseguita apre una nuova visione, una nuova via. La perfezione di cui parla Gesù non è certamente quella del supereroe che non ha mai problemi di sorta ma è quella che nasce dalla croce: il giusto ucciso, il buono calunniato, il Santo maltrattato. La perfezione che addita Gesù è quella del Padre, quella scritta nel cuore di ogni uomo! Non è semplicemente imitazione dei Santi, non è sequela di una ideologia, non è capacità di far vedere che sappiamo fare, dire ecc… ma è quella disponibilità interiore a metterci in gioco con Dio, permettere a Dio di aprire nuove strade nel nostro cuore, è sintonizzarsi con la sua volontà e non con la nostra che si china e chiude su se stessa. La perfezione non è mancanza di lotta, di scontro: sono venuto a portare la divisione, due contro tre e tre contro due. La perfezione è rifiuto del popolo che dall’immediato Osanna passa alla crocifissione. La perfezione di Dio è guardarlo e lasciarci guardare perchè il suo Spirito agisca in noi. La perfezione del Vangelo è riconoscere la nostra debolezza, il nostro peccato e chiedere a Dio di crescere nella Sua volontà. La perfezione di Dio è quella che si scontro con la perfezione estetica dell’uomo: Dio guarda il cuore non l’esteriorità! La perfezione di Dio è il rifiuto della croce che sempre ci interregno e costantemente ci mette in crisi. La perfezione a cui Dio ci chiama è quel metterci in crisi scoprendo che è possibile amare anche chi non ci ama non perchè siamo bravi ma perchè scopriamo in essi la presenza di Dio. Noi cerchiamo, vogliamo e desideriamo Dio, il suo Volto, la sua presenza. La perfezione di Dio è ammettere che non possiamo generare Dio senza concorso dell’uomo e rimettersi come Maria nelle sue mani riconoscendo al massimo di essere suoi servi e chiedendo la grazia che in noi si compia la sua Parola. Amare e pregare per i nemici, di Dio non i nostri, per conto loro che non vogliono vedere la sua presenza non in modo astratto ma nella storia e nella persona di ogni uomo che vive.